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Mal di schiena, dolore cervicale e risonanza magnetica. Una prospettiva scientifica.

Aggiornamento: 2 feb 2021

La risonanza magnetica viene ampiamente utilizzata a scopi diagnostici in caso di mal di schiena o dolore cervicale. Ma è sempre veramente necessaria e utile a formulare una diagnosi? Vediamo cosa ne pensa la letteratura scientifica.


Mal di schiena, sciatalgia, dolore cervicale e cervicobrachialgia sono condizioni molto diffuse nella popolazione generale. Infatti si stima che circa l'80% delle persone avrà almeno un episodio di mal di schiena nel corso della vita. Ad ogni modo, nella maggior parte dei casi queste condizioni regrediscono spontaneamente (oltre il 60% dei casi di ernia lombare) o con trattamento conservativo in un periodo che varia da alcuni giorni sino ad un anno a seconda dell'entità, anche nel caso di condizioni come radicolopatie associate a protrusioni o ernie discali.


In caso di mal di schiena o dolore cervicale, ad oggi la letteratura scientifica afferma che nella maggior parte dei casi non è possibile determinare esattamente la causa dei sintomi che sono infatti di natura biopsicosociale e non solo strutturale. Per questo le definizioni diagnostiche attuali per il mal di schiena o dolore cervicale sono:

  • Mal di schiena meccanico non specifico, con o senza radicolopatia

  • Dolore cervicale meccanico non specifico, con o senza radicolopatia

Queste definizioni includono anche la degenerazione discale o altre condizioni articolari vertebrali. Inoltre, dati di letteratura scientifica misurati tramite risonanza magnetica, indicano che nelle persone senza alcun dolore lombare, la degenerazione discale varia dal 37% a 20 anni fino al 96% a 80 anni, mentre la degenerazione articolare (artrosi) è presente dal 4% a 20 anni sino all' 83% ad 80 anni. Sono quindi normali processi fisiologici legati all'invecchiamento non correlabili direttamente con il dolore lombare o cervicale.


Oltre a questi dati, studi longitudinali su un periodo di 10 anni hanno dimostrato che le alterazioni strutturali rilevate tramite risonanza magnetica non sono correlabili con episodi di mal di schiena o dolore cervicale, nè possono predire futuri episodi.


Ne consegue che nella maggior parte dei casi, la risonanza magnetica non è un indagine utile a determinare la causa del dolore cervicale e lombare. Inoltre, è stato dimostrato che le persone con mal di schiena o dolore cervicale che si sottopongono a risonanza magnetica hanno un decorso peggiore, con un forte effetto iatrogeno dovuto a catastrofizzazione e conseguente aggravamento dei sintomi.


Nonostante questi dati dimostrino la scarsa correlazione tra rilevazioni tramite risonanza magnetica e sintomi oltre che un decorso peggiore, alcuni studi indicano che oltre il 40% delle persone con mal di schiena si sottopone a radiografie, risonanza magnetica o TAC. Questi processi sono ben noti alla comunità medico-scientifica come "eccesso di diagnosi", con costi maggiori e peggiori risultati.


In questo caso il problema sorge perchè condizioni di natura biopsicosociale come il comune mal di schiena o dolore cervicale non specifico, vengono a volte correlate ai processi di invecchiamento rilevabili tramite risonanza magnetica. Questo spesso porta la persona ad aver paura di muoversi e catastrofizzare, fattore che è inoltre collegato ad un linguaggio “negativo” da parte del medico o del professionista sanitario che formula la diagnosi e che influenza negativamente sintomi e decorso (effetto nocebo), portando in alcuni casi alla cronicizzazione.



In tutti questi casi, l'attività fisica ed il movimento risultano essere il trattamento più efficace per il mal di schiena ed il dolore cervicale, con o senza radicolopatia, che come dimostrato dalla ricerca non necessitano inoltre di esami di diagnostica per immagini come radiografie, risonanza magnetica o TAC che oltre a non essere utili a formulare una diagnosi, peggiorano il decorso clinico.


Di conseguenza, la risonanza magnetica o altri esami di diagnostica per immagini dovrebbero essere considerate soltanto nei casi in cui si sospetta un mal di schiena o dolore cervicale “specifico”, ovvero in caso di sospetto di tumore, osteoporosi, frattura, condizioni reumatologiche o infiammatorie, sindrome della cauda o nel caso di sintomi neurologici ingravescenti, o su indicazione del medico specialista.


In conclusione, in caso di mal di schiena e nel dolore cervicale non sempre di più è meglio, e la risonanza magnetica non è indicata se non in casi specifici e limitati. In tutti gli altri casi ovvero la maggioranza, il movimento, l'esercizio fisico e fisioterapia sono sempre parte della soluzione. Parlane con il tuo medico e con il tuo fisioterapista e mantieni sempre uno stile di vita sano e attivo.


Articolo di Stefano Braico, Fisioterapista, Osteopata e Running Specialist con Laurea Magistrale ed esperienza professionale ed accademica in Italia, Spagna e Regno Unito. Quando non impegnato professionalmente nella propria clinica, ama l'attività fisica incluso il running, trail running e skyrace, viaggi e lettura.





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